La nostra rosa trovata a Supino è una tipica rosa Tea a fiori medio grandi, a base gialla che virano presto al rosa, lilla con tocchi di porpora e mantiene un fondo dorato all’ interno, per forma e struttura riconducibile ad alcune rose Nabonnandii. Un gradevole ricordo il suo ritrovamento una quindicina di anni fa: andavo spesso a Supino per via delle falesie di roccia in montagna ed avevo visto quella rosa davanti ad una casa appena prima del paese, un giorno c’era una anziana signora così mi fermai a chiederne informazioni, tornai alla macchina con un gran mazzo di fiori anche se non era tempo e che sarei tornato in autunno, gentilissima ed innamorata delle rose “ del suo tempo” che non si trovavano più. Quando ripassai in autunno quella rosa era in grande spolvero, la signora aveva tolto tutte le altre rose intorno, davvero magnifica. Negli anni successivi ho potuto verificare che questa rosa è piuttosto diffusa nella zona di Cori e Giulianello ed è una rosa sarmentosa piuttosto grande, la signora di Supino la tagliava sempre molto corta come tutte le altre. Non è strano Cori (Lt) e Supino adesso piuttosto distanti, prima che costruissero l’ autostrada erano collegati attraverso la montagna. Molto probabilmente è anche la rosa presente davanti al bambuceto nel giardino di Ninfa come qualcuno ha scritto su fb indicando però la San Gimignano, la zona è la stessa, dovrò decidermi a tornarci. È anche la prima rosa che abbiamo ottenuto ad arbusto da una sarmentosa, per forza di cose, di quella pianta avevo avuto soltanto fiori.
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Mutazione Alba
CONSIDERAZIONI SULLE MISTERIOSE ORIGINI DELL’ALBA
Sono molti anni che mi interesso di rose antiche, mi è capitato di trovarne molte nei luoghi che frequento, alcune sconosciute, altre note e ancora presenti nei cataloghi, tra queste l’alba è una rosa speciale: grande, elegante e raffinata, soprattutto diversa da tutte le altre, si distingue nell’ insieme e in ogni singola parte, non è un caso che fino alla fine del ‘700 era considerata una specie a se’.
Ho trovato le prime Alba per caso, nella primavera del 2005, passando in macchina lungo una strada comunale, al margine, fra sterpi e rami secchi, vicine Alba Maxima, Semiplena e a fiore semplice allo stato selvatico insieme ad una rosa canina e ad un altro splendido ibrido di alba a fiore semplice, grande. Ho un po’ indagato e un signore molto anziano mi ha raccontato che quando era bambino quelle piante esistevano già, ricorda che in autunno ne mangiava le bacche, i cinorrodi, sono grandi, succosi, simili a quelli della rosa canina ma con pochi semi grandi e raccolti insieme e senza le fastidiose setole urticanti, ottimi per le marmellate.
In seguito osservando meglio le tre diverse alba presenti ora nel roseto del “vivaio Rosso Tiziano” con sorpresa ho notato che, senza fiori, sono praticamente identiche ed ho immaginato che l’origine probabilmente è la stessa, i fiori si sono differenziati nel tempo. A rafforzare questa teoria, nella primavera del 2012 nel giardino del convento di San Silvestro a Montecompatri, ho trovato una bella pianta di Alba Maxima, ricca di fiori, sana e rigogliosa, uno dei numerosi polloni basali, proprio al centro della pianta aveva i fiori semidoppi dell’Alba Semiplena. Anche ques’anno all’interno della maxima erano presenti fiori della semiplena. Anche questa è una pianta molto vecchia ma in realtà, sempre giovane perchè si rinnova continuamente, i rami vecchi seccano e dalla base nascono nuovi getti che li sostituiscono.
Proprio questa particolare vitalità della pianta a mio parere facilita la mutazione, per questo motivo ho immaginato che all’origine delle tre rose ci sia la rosa Alba a fiore semplice, poi per mutazione la Semiplena, quindi la Maxima.Si può anche pensare che le tre rose siano state piantate insieme o che siano nate per ibridazione spontanea da seme, resta il fatto però che le tre piante senza fiore sono identiche nel portamento e nelle singole parti, tanto che quando sono andato a prenderne dei polloni per avere le piante nel roseto non ho raccolto la rosa a fiore semplice ed ho dovuto l’anno successivo, per riconoscerla, segnarne la base.
Ora, sull’origine della rosa Alba, fatta un po’ di ricerca sui testi più accreditati non ho trovato risposte certe ma solo ipotesi diverse tra loro. Ancora oggi la parentela è incerta, studiosi di chiara fama, anche attraverso lo studio del DNA, hanno ritenuto che fossero incroci tra canina e damascena, altri tra arvensis e gallica, in ultimo leggo che studi recenti accreditino la tesi che sia il risultato di una ibridazione tra rosa gallica e rosa villosa.
Viste le diverse interpretazioni, probabilmente, è stato utilizzato un ibrido per l’identificazione, la maggior parte di rose alba conosciute sono ibridi con altre rose( soprattutto gallica e damascena), per avere la certezza di risalire all’origine dell’alba si dovrebbe utilizzare la rosa Alba originaria che per deduzione logica è quella a cinque petali, non più presente nel mercato e nei roseti.
Recentemente ho individuato diverse alba a fiore semplice in 6 siti diversi,il più interessante nel monastero della Mentorella(Guadagnolo RM), dove ce ne sono quattro esemplari ai lati di un altare su una piccola collina con vicino un bell’esemplare di alba-canina un ibrido spontaneo. Queste piante hanno esclusivamente caratteristiche di rosa alba: hanno portamento alto e slanciato; producono numerosi polloni basali; hanno foglie chiare, morbide, verde-grigio con la caratteristica velatura bluastra ed hanno margini con dentellatura doppia ed appuntita; spine rade, grandi e piatte alla base, poi cilindriche e dritte, quindi uncinate in punta; boccioli rosa con bella forma e lunghi sepali; fiori semplici , profumati, bianco puro di grandezza media, bacche grandi, rosse a maturazione con pochi semi grandi e setole esterne, succose. (n.b. nessuna di queste caratteristiche è presente nelle galliche o nelle damascene).Se in poco tempo e senza una ricerca sistematica ne ho potuto trovare diverse piante in 6 siti diversi doveva essere una rosa molto diffusa in passato, magari anche allo stato naturale, del resto le alba erano già conosciute dai romani, sopravvissute nei monasteri(la rosa bianca era dedicata alla Vergine) e dal medioevo al rinascimento rappresentate in numerosi dipinti. In conclusione propongo due ipotesi: La prima : deriva direttamente dalla rosa canina che è l’unica a cui in qualche modo somiglia, soprattutto nel portamento, del resto la rosa canina non si trova in forma unica, è piuttosto un gruppo di rose; alcuni anni fà per raccoglierne le bacche per una favolosa marmellata, sono andato con mia moglie nella zona di Campo Staffi sopra Filettino, i cinorrodi erano di tutte le forme e tutte le dimensioni e anche le numerose piante tutte diverse tra loro. La rosa alba potrebbe, semplicemente, essere l’evoluzione e la successiva selezione, di uno dei tanti tipi di rosa canina che si trovano in natura. Oppure, ipotesi suggestiva forse senza fondamento ma affascinante, la sua origine si perde nella notte dei tempi, è una rosa a se’, una rosa spontanea , prima dei suoi splendidi ibridi, come la consideravano gli antichi fino alla seconda meta’ del ‘700.
Ugo Croce, Tiziano Croce.
Rosa indica Linneo
Nessuna pianta ha un così grande numero di specie, di gruppi, di singole varietà come la rosa, ma il mercato è feroce, si produce solo quello che si vende di più, rose con il fiore più grande, più colorato, più appariscente, più fiorifero, per questo motivo negli anni migliaia di varietà sono andate perdute.
Tra queste anche una delle rose che hanno dato origine alle rose chinensis e a tutte le moderne: la rosa indica fragrans dipinta da Pierre Joseph Redout? nei primi anni dell’800. A dire il vero esiste in commercio una rosa chiamata Humes Blush ma questa attribuzione a mio avviso non è corretta, il fiore è più piccolo, lilla chiaro, poi bianco, l’altra è rosa solo più chiara ai margini, le foglie sono scure e anche la consistenza dell’arbusto non corrisponde. Esiste anche un’altra rosa chiamata odorata che però è bianca con solo un accenno di rosa all’inizio della fioritura è un grande rampicante e non è rifiorente.
Nel nostro roseto abbiamo riservato un posto importante alle rose ritrovate e messe in commercio nel vivaio per contribuire alla loro sopravvivenza ed alla loro valorizzazione.
L’ultima riscoperta potrebbe essere proprio l’Indica Fragrans anche considerando il luogo dove l’abbiamo osservata: l’Orto Botanico di Palermo dove è presente con quattro splendidi esemplari da più di 90 anni con la definizione di rosa Indica di Linneo (medico e naturalista Svedese 1707/1778) e il fatto che l’Orto Botanico la considera una rosa specie.
A prima vista a Settembre dello scorso anno, personalmente avevo pensato che si trattasse di Duchesse de Brabant, molto simile soprattutto nel fiore, ma tornato nel nostro roseto mi sono reso conto che la pianta ha un portamento diverso ed una corteccia spessa nel tronco che l’altra non ha, inoltre è stata creata molto più tardi (nel 1857,) così consultando “Roses” di P.G. Redout? ho trovato l’immagine della rosa Indica Fragrans ed ho avuto l’intuizione che fosse la stessa di Palermo.
Quest’anno tornati di nuovo in Fiera con il vivaio a Palermo in settembre all’Orto Botanico ho portato con me una riproduzione del dipinto di Redout? ed ho avuto la conferma che l’intuizione potrebbe essere esatta. Confrontati dipinto e pianta, corrispondono in pieno, il fiore è simile per forma, colore, consistenza, certo il fiore può essere molto variabile specialmente nelle rose Tea, ma anche la bacca è identica, piccola, rossa a maturazione, tonda leggermente spanciata in basso con i sepali permanenti ed aperti, le spine corrispondono medie, larghe alla base appena uncinate in punta, rosso vivo nel legno giovane, più scuro ma permanente più tardi e anche le foglie allungate ed appuntite di grandezza media sono uguali a quelle del dipinto. Il profumo è dolce e caratteristico.
Tutto quello che è stato possibile confrontare corrisponde anche se per avere la certezza assoluta manca un dettaglio importante: la forma e la consistenza della pianta originaria di cui ho solo notizie generiche e la provenienza delle quattro piante di Palermo.
L’arbusto è grande, molto fitto di rami già dalla base, ricco di rami sottili, molto pieno e frondoso in alto quasi una rosa sarmentosa che però si sostiene bene e si allarga frondosa e ricca di fiori, in Sicilia fiorisce praticamente tutto l’anno. Dai responsabili dell’Orto Botanico, in aprile, ho avuto il permesso di prendere alcuni rametti per farne talee ed adesso la pianta è presente nel nostro roseto e quando sarà cresciuta sarà possibile verificare completamente l’attribuzione, nel frattempo cercherò di avere notizie maggiori sulle due rose.
San Cesareo 12 novembre 2016
Ugo Croce